Ecco di seguito il testo integrale dell’intervento del Consigliere Tesoriere Antonino Galletti alla cerimonia del 10.1.2015 per la premiazione dei colleghi che hanno raggiunto il traguardo dei 25 anni di professione.
Care Colleghe e cari Colleghi,
è la seconda volta che ho l’onore di prendere la parola in una simile manifestazione nella qualità di Consigliere Tesoriere dell’Ordine capitolino.
Dallo scorso anno ad oggi, l’Ordine ha tentato in tutti i modi di essere affianco alla famiglia forense romana, erogando servizi e intervenendo tempestivamente in tutte le situazioni di criticità.
E’ stata assicurata una formazione obbligatoria gratuita e di qualità elevata nella quantità necessaria per soddisfare le esigenze di oltre 25 mila iscritti.
E’ stata completata la poderosa opera di regolamentazione dei procedimenti amministrativi di competenza dell’Ordine: avevamo ereditato un sistema oramai anacronistico, basato sulla tradizione orale, la prassi e sui precedenti e, dunque, esposto al rischio di abusi ed abbiamo formato e condiviso regole generali ed estratte, valide per ogni iscritto nei rapporti con l’Ordine.
Al riguardo, sarà sufficiente ricordare l’ultimo regolamento di amministrazione, contabilità, bilancio e controllo (che addirittura non esisteva!), nonché i precedenti regolamenti – tutti pubblicati in chiaro sul sito istituzionale – dedicati
alle pari opportunità,
ai contributi e alle sovvenzioni,
alla pubblicità,
ai pareri congruità,
alle convenzioni
e tanti altri regolamenti utili che non cito espressamente proprio perché è possibile reperirli in chiaro sul nostro sito istituzionale.
E’ stata un’attività oscura e faticosa, ma necessaria sia per adeguare l’Ordine alla legislazione oramai vigente da anni e sia per scongiurare ogni rischio di arbitrio e parzialità che pure poteva essere adombrato in un sistema nei fatti non espressamente regolamentato in modo chiaro e uniforme.
L’Ordine poi è stato in prima fila in tante battaglie anche giudiziarie in difesa dell’Avvocatura e, in primis, di quella romana.
Da lunedì le cancellerie degli uffici giudiziari romani saranno le uniche in Italia ad aprire secondo quanto prescrive la legge (oramai 4 ore giornaliere per il la disciplina contenuta nel D. Lgs. 114/2014) grazie ad un contenzioso da noi avviato nel 2011 addirittura quando eravamo fuori dal Consiglio e poi, all’esito della trionfale tornata elettorale del gennaio 2012, proseguito finalmente dall’Ordine; sul punto basterà ricordare che taluni iscritti all’albo, che purtroppo non riesco a qualificare come “colleghi”, all’epoca ritennero doveroso intervenire ad opponendum nel giudizio pendente dinanzi al TAR romano, “beandosi” del fatto che la precedente consiliatura aveva ottenuto un’apertura per sole 3,5 ore (laddove la legge all’epoca prevedeva 5 ore di apertura giornaliera!) ed esponendoci così al ridicolo anche di fronte ai magistrati amministrativi chiamati a giudicare.
Da ultimo, con la sentenza n. 1355 depositata il 30 dicembre scorso, il TAR laziale ci ha regalato per il Capodanno per la prima volta -proprio grazie ad un contenzioso in materia d’accesso agli atti proposto (… come al solito) dall’Ordine capitolino- la possibilità di conoscere gli atti e i documenti propedeutici all’assunzione di talune unità di personale che il CNF, con i nostri contributi iscrizionali, riteneva di potere gestire in modo oscuro e unilaterale (resistendo anche in giudizio alle nostre legittime istanze di ostensione), ma – soprattutto – dei “documenti giustificativi di tutte le spese sostenute dal CNF” dal gennaio 2013 sino ad oggi!
Vi sembrerà una banalità, ma mai sino a oggi nessun COA italiano era riuscito ad avere contezza sulle modalità con le quali erano utilizzati i nostri danari; oggi, grazie al senso istituzionale e di responsabilità del solo COA romano, questo sarà possibile per chiunque, così come, peraltro, aveva già disposto da ottobre 2014 l’Autorità Nazionale Anticorruzione, in doveroso ossequio alle norme su anticorruzione e trasparenza alle quali il COA romano si era già adeguato dallo scorso anno in anticipo sui tempi al punto che già oggi, nella sezione del sito istituzionale dedicata a “trasparenza, valutazione e merito”, è possibile per chiunque verificare ogni singola voce di spesa, in modo chiaro, trasparente ed accessibile.
Il prossimo 14 gennaio dinanzi al TAR romano si terrà la Camera di Consiglio sul ricorso contro il regolamento sulla formazione dettato dal CNF e in vigore già dal 1 gennaio che penalizza tutti gli avvocati italiani con disposizioni illegittime ed addirittura talvolta illogiche ed irrazionali, aggravando per noi tutti il peso della formazione coatta e rendendo difficoltoso per l’Ordine assicurarne la gratuità per tutti gli iscritti.
Ancora una volta, nel silenzio di tanti “politicanti forensi” e di molte associazioni, il solo COA romano si è assunto l’onere e la responsabilità di insorgere nell’interesse eslcusivo dell’avvocatura romana (e italiana), laddove taluni già si preparavano (e si preparano) – tanto per essere chiari – ad arricchirsi con la formazione a pagamento ed altri ancora – nel frattempo – erano impegnati a ricorrente contro il regolamento ministeriale in materia elettorale, magari in astratto per nobili motivazioni, ma in concreto col risultato poi temporaneamente conseguito (almeno sino al 14 gennaio in virtù per il noto decreto cautelare del TAR che ha sospeso il regolamento in questione) di gettare nel caos in sistema ordinistico e così impedirci di votare per il rinnovo dei Consigli, sottraendo a Voi la possibilità di giudicarci per quello che abbiamo fatto e a noi il piacere di raccogliere in termini di consenso il frutto del lavoro svolto nel triennio appena trascorso oppure di tornare serenamente a dedicarci in via esclusiva ai rispettivi studi professionali.
Nell’attuale momento di perdurante crisi economica tante altre cose sarebbero necessarie per noi tutti, ma non sarebbe serio pretendere dal COA romano – come taluni colleghi sembrano adombrare in comunicazioni massive ed invasive, spedite via mail urbi et orbi (oramai purtroppo anche via PEC!) dai contenuti quasi sempre sgrammaticati e talvolta addirittura “demenziali” – la risoluzione dei problemi che affliggono l’umanità come quelli connessi alla povertà, alla fame nel modo e magari – come ho già affermato in altre occasioni – al buco dell’ozono!
Noi rivendichiamo con orgoglio di esserci, per così dire, “limitati” a ben governare in modo trasparente l’istituzione forense romana e beneficio di ogni iscritto e, dunque, anche di noi stessi, dei nostri studi e della nostra attività professionale.
Tanti cari auguri di buon anno, dunque, care Colleghe e cari Colleghi che avete avuto il merito di portare avanti già per 25 anni i sacri valori della libertà e indipendenza dell’Avvocatura anche al tempo della crisi e che non avete ceduto alla tentazione di mollare tutto, ma intendete perseguire nella professione più bella del mondo nell’Ordine più grande e prestigioso d’Europa.