Continuano le incertezze e le difficoltà per gli aspiranti avvocati che dovranno sostenere la prova orale nell’anno 2020. Una situazione che si trascina oramai da mesi ed ha creato uno stato di caos che ha generato diverse proteste, tra le quali un sit-in di protesta da parte dell’Upavv (Unione Praticanti Avvocati) presso i Tribunali di Napoli e successivamente di Messina. Ciò che appare certo è che le correzioni dei compiti hanno ripreso finalmente la propria marcia. Tuttavia, alla data dell’8 Giugno, è stato riscontrato che solo la metà delle prove scritte aveva ottenuto una correzione. In tale ottica, presumibilmente solo in Autunno potranno avere inizio le prove orali. Sia le correzioni degli scritti che le comunicazioni sugli orali saranno visibili sul sito del Ministero della Giustizia e comunicate personalmente anche tramite pec.
Poseguono, dunque, a non essere presenti date relative all’esame dell’avvocato per l’anno in corso, tanto che alcuni praticanti avvocati hanno perfino deciso di scrivere una lettera direttamente al Ministro Bonafede, sperando che questo gesto possa smuovere le acque.
A tal proposito, i giovani aspiranti avvocati hanno scritto la seguente missiva che si riporta integralmente dal titolo: “Ministro, risolva le criticità sull’esame di abilitazione alla professione forense”:
“On.le Ministro,
La presente al fine di rappresentarLe le problematiche che investono l’esame di abilitazione alla professione forense, in particolare per le sessioni 2019/2020 e 2020/2021. Molteplici sono infatti i profili critici che gettano nell’incertezza gli aspiranti avvocati.
Le doglianze che accomunano gli aspiranti avvocati attengono preliminarmente alla mancata previsione di tempistiche celeri entro le quali ultimare le correzioni delle prove scritte sostenute nel dicembre 2019.
Negli anni precedenti gli esiti delle prove scritte venivano comunicati già nel mese di giugno, così da consentire agli aspiranti avvocati che le avessero superate di prepararsi tempestivamente a sostenere le prove orali e a coloro che, invece, avessero ricevuto esito negativo di prepararsi a sostenere le prove scritte della sessione successiva.
Con riferimento alla sessione 2019/2020 attualmente in corso, il D.L. 34/2020 (Decreto Rilancio), pur disponendo all’art. 254 la prosecuzione delle correzioni (precedentemente sospese dal D.L. 22/2020), omette di indicare un termine certo entro il quale garantire la pubblicazione degli esiti, demandando tra l’altro alle singole Commissioni la scelta di operare le correzioni eventualmente in modalità “da remoto”.
A causa del citato periodo di sospensione (durato due mesi), si temono eccessivi ritardi nelle pubblicazioni degli esiti, con la conseguenza che gran parte degli aspiranti avvocati che otterrà la sufficienza alle prove scritte potrebbe non riuscire a sostenere la prova orale entro il mese di dicembre 2020, ritrovandosi così a dover sostenere il c.d. “scritto cautelativo”.
Sulla questione si è espressa la II Commissione permanente (Giustizia), con parere del 22/04/2020, secondo la quale “al fine di consentire il regolare svolgimento delle operazioni di correzione delle prove scritte dell’esame di abilitazione all’esercizio della professione forense ed il tempestivo svolgimento delle prove orali, le Commissioni e le sottocommissioni vengano integrate, con D.P.M. del Ministro della Giustizia, in numero almeno pari a quello dei componenti già nominati”
Alla luce di tutto quanto sin qui esposto, si chiede di fissare la conclusione della correzione degli elaborati e la pubblicazione dei relativi esiti entro un termine congruo ad evitare che gli aspiranti avvocati che avranno ottenuto valutazione positiva delle prove scritte vedano pregiudicata l’aspettativa di concludere l’iter dell’esame entro tempi ragionevoli, evitando di doversi cimentare nel c.d. “scritto cautelativo”.
In subordine, laddove non fosse possibile ultimare le correzioni e comunicare gli esiti entro un termine idoneo, si chiede che i candidati i cui elaborati abbiano ottenuto la sufficienza siano direttamente abilitati (c.d. scritto abilitante); o in alternativa, abbiano la possibilità di ripetere la prova orale alla sessione 2020/2021, senza necessità di sostenere nuovamente la prova scritta qualora non dovessero ottenere una valutazione positiva alla prova orale della sessione 2019/2020 (c.d. ultrattività dello scritto).
In estremo subordine, si voglia quantomeno esentare i candidati, costretti a sostenere lo “scritto cautelativo”, dal pagamento delle tasse di iscrizione all’esame di abilitazione alla professione forense per la sessione 2020/2021.
A quanto sopra esposto, si aggiungono le incresciose preoccupazioni derivanti dalla mancata previsione di una modalità alternativa con la quale mettere in condizione gli aspiranti avvocati, che dovranno sostenere l’esame nel 2020, di espletare in tutta sicurezza le prove di abilitazione in caso di una nuova esplosione di contagi da Covid-19. Previsione che appare assolutamente necessaria poiché i massimi esperti del settore prevedono una notevole recrudescenza della pandemia nella stagione autunnale.
Tale stato di incertezza mette non poco in difficoltà i praticanti avvocati, i quali, nel caso dovesse verificarsi quanto previsto dai virologi, avrebbero notevolissime difficoltà nel sostenere l’esame.
Considerata la situazione emergenziale, si chiede di indicare una modalità alternativa con la quale assicurare in ogni caso lo svolgimento dell’esame 2020/2021, al fine di evitare possibili slittamenti.
E’ estremamente importante che l’eventuale utilizzo di una modalità differente venga comunicato il prima possibile, poiché, ad una diversa modalità d’esame, potrebbe corrispondere anche la necessità di impostare una differente modalità di preparazione.
In virtù di quanto già argomentato, va altresì considerata la possibilità che, a seguito di un possibile scritto cautelativo, le iscrizioni alla prossima sessione saranno in numero certamente maggiore rispetto a quelle degli anni precedenti, con evidenti disagi organizzativi e logistici, tra l’altro accentuati, qualora si concretizzasse la seconda fase della crisi epidemiologica che gli esperti prospettano per il prossimo autunno-inverno.
Si segnala, in tal senso, che da più fronti è stato proposto l’espletamento dell’esame attraverso un’unica prova orale da remoto, che si ritiene essere la modalità più idonea a garantire lo svolgimento certo della sessione in tutta sicurezza ed in tempi celeri.
Tali provvedimenti appaiono necessari anche allo scopo di evitare una disparità di trattamento tra gli aspiranti avvocati e gli aspiranti alle altre categorie di ordini professionali, considerato che il MIUR, Ministero competente, in virtù di quanto disposto dall’art. 237, comma 1, d.l. n.34/2020, ha già provveduto a garantire lo svolgimento dei loro esami di abilitazione, proprio con prove da eseguirsi in modalità telematica. È pertanto auspicabile che anche il Ministero della Giustizia stabilisca delle direttive a presidio dell’esame di abilitazione alla professione forense.
L’intera categoria dei praticanti avvocati è, senza ombra di dubbio, conscia del fatto che le problematiche causate dallo scoppio dell’epidemia abbiano messo in una situazione difficile anche gli organi di Governo, tuttavia ritiene imprescindibile e indifferibile un intervento delle autorità competenti a tutela degli stessi praticanti, i quali non devono essere danneggiati dalla situazione emergenziale in corso.
Da ultimo, si coglie l’occasione per rappresentare che la categoria già da tempo auspica una riforma strutturale dell’esame di abilitazione alla professione forense mediante la quale sia possibile renderlo più rapido, adattandolo alle esigenze odierne (si ricorda che a normare l’esame è il Regio Decreto-Legge 27 novembre 1933, n. 1578) e che garantisca una giusta, meritocratica e trasparente selezione della futura classe dei professionisti. A tal fine, potrebbe essere valutata la soluzione di predisporre due prove d’esami orali per anno.
In attesa di cortese riscontro, si porgono distinti saluti.”
Auspicando che la situazione possa tornare alla normalità in tempi rapidi e che le difficoltà relative agli spostamenti possano venire meno definitivamente, ci auguriamo che i nostri aspiranti colleghi possano presto sostenere l’esame orale, se possibile senza doversi cimentare nel c.d. scritto cautelativo, con relativo aggravio economico e di tempi.
Avv. Federico Bocchini