A colpi di fiducia il Senato ha acconsentito alla partecipazione nelle società tra avvocati di soci non iscritti agli albi ma apportatori di solo capitale. In altre parole si consente a banche e assicurazioni di costituire i propri studi legali travolgendo il principio cardine della professione che è l’indipendenza dell’avvocato.
Inascoltate le richieste di correttivi per introdurre incompatibilità a salvaguardia della indipendenza e a tutela dei clienti.
Si è preferito, in una legge pro concorrenziale, non incidere sui potentati economici, banche, assicurazioni e società dell’energia, esercitandosi invece su misure che asseritamente avrebbero dovuto portare maggiore competitività in un settore, quello forense, dove la concorrenza notoriamente si esercita già fra 240 mila avvocati alle prese con una devastante crisi che ha costretto molti alla cancellazione dagli albi.
Nessuno si è chiesto a chi gioverà il socio di capitale, chi guadagnerà dove sono in gioco autonomia dei professionisti e tutela dei diritti di difesa, in particolare nei confronti delle parti più deboli. Nessuno ha valutato i devastanti impatti che la costituzione di società miste porterà nel sistema previdenziale forense.
Invece, ancora una volta approssimazione e demagogia hanno partorito, quanto all’RC auto, un provvedimento modesto con norme dall’impossibile tenuta giuridica, come quelle che hanno introdotto un’inedita improcedibilità della domanda “a richiesta” dell’assicuratore debitore per “sospetto di frode” o le stravaganti previsioni in tema di testimoni.
Con quest’ultima norma, di solare incostituzionalità, su cui le commissioni Giustizia di Camera e Senato avevano pure espresso parere negativo, si è inteso anticipare le decadenze processuali, solo per il danneggiato, facendole dipendere da fatti e circostanze fuori dal processo civile, privando sul punto il cittadino della difesa tecnica.
L’Avvocatura auspica che nel prossimo passaggio alla Camera sia possibile risolvere queste criticità: riaprendo i termini della delega al Governo prevista dalla legge di riforma professionale per le società di avvocati e stralciando le nome in materia di RC auto.
Così la posizione di OCF sull’approvazione odierna al Sanato del DDL concorrenza.
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