Assemblea in presenza?
Solo in un ambiente con almeno 5 metri quadrati a persona, per garantire il distanziamento.
Ma se ci sono da riunire oltre cento condòmini, dove trovare uno spazio così ampio senza incorrere in contagi, denunce, sanzioni visto che la videoconferenza non è valida?
Tutto bloccato. Stop a interventi e modifiche ma anche a richieste di bonus (come quello per le facciate che scadrà a fine anno). E con il super ecobonus al 110% che sta per entrare in vigore la situazione rischia di diventare esplosiva. «Siamo nel caos», lamentano gli amministratori di condominio che chiedono quindi una soluzione urgente. E tutto questo solo perché, racconta Rosario Calabrese, presidente dell’Unai, la più grande associazione di amministratori di condominio d’Italia, «nella legge che prevede la validità delle riunioni in videoconferenza, le assemblee di condominio non sono state inserite». «Una dimenticanza» secondo Calabrese, che però sta bloccando migliaia di interventi: «Tre quarti delle assemblee non si tengono».
Il comma 2 dell’articolo 106 del decreto Cura Italia (poi convertito in legge) prevede infatti che per il periodo dello stato di emergenza (prorogato al 31 gennaio 2021), tutte le società possano svolgere assemblee dei soci ordinarie e straordinarie «anche esclusivamente, mediante mezzi di telecomunicazione che garantiscano l’identificazione dei partecipanti, la loro partecipazione e l’esercizio del diritto di voto». La stessa cosa vale anche per le riunioni di associazioni private, fondazioni e consorzi. Delle assemblee di condominio invece non c’è traccia. «E questo nonostante – sottolinea Calabrese – avessimo più volte chiesto un intervento specifico alla politica chiedendo di inserire un emendamento ad hoc nei decreti successivi».
Il risultato è che migliaia di amministratori non convocano le assemblee in videoconferenza perché qualsiasi decisione presa potrebbe essere poi invalidata. A questo va aggiunto che, oltre alla difficoltà di trovare spazi adatti per farle in presenza con decine di partecipanti, c’è anche il rischio civile e penale che gli amministratori corrono in caso di mancato rispetto delle regole sul distanziamento e soprattutto in caso di contagio da Covid di uno dei partecipanti. In più, è difficile garantire un collegamento video per tutti. «Se convoco un’assemblea — spiega Alessia Grippo, amministratrice romana di 6 condomini da centinaia di persone —, devo garantire la partecipazione per tutti, anche se poi vengono solo in pochi».
Avv. Federico Bocchini