Secondo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato il Consiglio Nazionale Forense avrebbe violato l’art. 101 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, “per aver ristretto la concorrenza, limitando l’autonomia degli avvocati in materia di compensi professionali“.
I fatti censurati sono i seguenti:
- reintroduzione “di fatto l’obbligatorietà delle tariffe minime, non più vincolanti dopo la cosiddetta “riforma Bersani” del 2006 ed effettivamente abrogate nel 2012“
- adozione “di un parere contro i siti Internet che propongono ai consumatori associati sconti sulle prestazioni professionali, in base alla tesi che ciò confliggerebbe con il divieto di accaparramento della clientela sancito dal Codice deontologico della categoria“
Il Consiglio Nazionale Forense, su tali premesse, è stato sanzionato dall’Agcm con una pena pecuniaria di € 912.536,40.